I 50 ANNI DI ICEBERG: UN VOLUME PER RACCONTARE UNA STORIA DI INNOVAZIONE CONTINUA
di Flavia Colli Franzone
Cinquant’anni che raccontano una storia fatta di contemporaneità: non è un ossimoro, ma la realtà di Iceberg che è sempre stata un passo avanti nei prodotti, nelle campagne di comunicazione, nelle immagini. Grazie alla lungimiranza dei fondatori, Giuliana Marchini e Silvano Gerani, e all’intuizione di affidare le collezioni ad allora giovani e sconosciuti designer, dando loro fiducia e incoraggiandoli a sperimentare e a uscire dalla confort zone della maglieria con cui il brand nasce. Di questi innovatori, fra cui ci sono anche Anna Sui, Marc Jacobs, Tomas Maier, alla presentazione in Triennale del libro Iceberg 1974-2024 rewind-fast forward erano presenti Jean Charles de Castelbajac, “che si è inventato la nicchia dello sportswear “, ha ricordato Paolo Gerani, e l’attuale direttore creativo James Long, che ha detto di continuare nel rispetto del lavoro e del percorso tracciato dalla famiglia, “una famiglia dal grande cuore”, ha sottolineato.
All’inizio fu Castelbajac a rompere gli schemi e i codici, come ha raccontato, a trattare la maglieria come fosse tessuto, a renderla più rigida, ma soprattutto “non fare moda ma maglie-manifesto”. Da quel momento nasceva “lo stile Iceberg”, costruito anche grazie all’apporto di una comunicazione di impatto, affidata alle immagini di grandi fotografi: Oliviero Toscani, Steven Meisel, Peter Lindbergh, Glen Luchford, Patrick Demarchelier, David Lachapelle. Ma la moda italiana è anche la storia dei distretti in cui le aziende affondano le radici e quindi nel libro è presente uno studio di Marta Franceschini sul distretto Romagnolo, mentre l’ossatura narrativa del volume è curata da Angelo Flaccavento, con l’apporto del disegno visivo di Luca Stoppini. Il libro è infatti concepito come uno scrapbook – una raccolta di pagine strappate dai giornali accumulate negli anni, conservate per il loro valore – e diviso per decadi, al fine di guidare il lettore attraverso una storia che ha legato la moda all’immaginario collettivo. Il volume non è stato presentato casualmente in Triennale, ma l’evento è stato collocato all’indomani della recente riapertura del Museo del Design con il nuovo percorso espositivo Forme Mobili, che mette in dialogo moda e design unendo pezzi di arredo e molti capi di abbigliamento, fra cui anche due maglie di Iceberg.