ISKO

Intervista a Marco Lucietti, ISKO Director Strategic Projects.

Abbiamo incontrato Marco Lucietti di ISKO (qui a destra, in foto) per fare il punto, in questo secondo semestre inoltrato, su alcune questioni che riguardano in generale il Mercato del Tessile-Abbigliamento e per un aggiornamento sulle iniziative di ISKO degli ultimi mesi di quest’anno.

Dottor Lucietti, dal vostro osservatorio di Multinazionale e player importante sul fronte tessile a livello globale, avete una visione “privilegiata” del mercato. In questo momento il suo ruolo di direttore strategico dei progetti ISKO gioca un ruolo fondamentale sullo scenario Trade e sulla reputazione del brand. Quali sono le azioni “strategiche” più rilevanti messe in campo in questi ultimi mesi?

Il focus strategico principale è su iniziative capaci di orientare e amplificare l’impegno di ISKO nei confronti di quei valori che più contraddistinguono l’approccio aziendale, primi fra tutti la sostenibilità, l’innovazione e la creazione di valore a 360°, sia a monte che a valle della filiera produttiva. Alcune tra le attivazioni più importanti sono tese a promuovere la circolarità di prodotto, a ridurre drasticamente l’utilizzo di materiali di prima generazione a favore invece di materiali riciclati o rigenerati, a stringere sempre più collaborazioni con player di filiera per esplorare soluzioni di riciclo, oltre a partnership con brand e marchi della moda per la pianificazione di progetti di lungo periodo.

ISKO, come molte grandi aziende tessili è parte di una Industria energivora. Come si sta attivando la vostra azienda per contenere i costi energetici, per lo più frutto di speculazione, aumentati esponenzialmente dall’estate? La Turchia sede del vostro headquarter, è in Europa; non pensa che sarebbe opportuno un tempestivo intervento a livello di Comunità Europea su questo tema così centrale, oggi?

Purtroppo l’aumento dell’energia ha causato a sua volta un notevole incremento del costo delle materie prime e si è riflesso a cascata su tutta la filiera. Questo aumento è solo parzialmente ribaltabile sul prezzo di vendita, poiché il rischio concreto è quello di perdere competitività sul mercato. Fondamentale in questi momenti è avere una posizione finanziaria aziendale solida e prestare massima attenzione a qualsiasi tipo di spreco. È assolutamente necessaria una concertazione collettiva a livello europeo in quanto, in generale, si è innescata una spinta alla regionalizzazione delle economie e delle filiere, quella tessile in primis.

Per quanto riguarda la questione della sostenibilità, si fa un gran parlare di “green washing” poiché spesso lo storytelling non coincide con lo storymaking. ISKO invece, da tempo, sta lavorando concretamente sugli aspetti di sostenibilità investendo nella tecnologia verde. I tessuti R-TWO™50+ certificati GRS e ZERO VIRGIN COTTON, tessuto denim realizzato utilizzando solo materiali riciclati o fibre rigenerate, ne sono un esempio. Potrebbe parlarci più nello specifico di questi due linee di tessuti?

Si tratta di innovazioni molto importanti per noi perché vanno proprio nella direzione che menzionavo prima, cioè quella di prediligere l’utilizzo di materie prime seconde – riciclate o rigenerate. Una parte molto consistente delle nostre collezioni è già rappresentata dai tessuti R-TWO™50+, realizzati con un minimo di 50% di materiali riciclati interamente certificati Global Recycled Standard (GRS), che permettono di ridurre l’impatto ambientale in termini di impronta di carbonio e consumo d’acqua rispettivamente del 45% e del 65%. Zero Virgin Cotton rappresenta uno sviluppo ulteriore: si tratta di un denim prodotto unicamente con fibre riciclate e/o rigenerate che mantiene il look e le performance del denim prodotto con materiali “tradizionali”. La tecnologia che vi sta dietro poi consente una piena tracciabilità lungo tutte le fasi della catena produttiva.

Circa gli investimenti in nuove tecnologie, occorre sottolineare come la Green Machine (tecnologia di riciclaggio rivoluzionaria), rappresenti appieno una credenziale verde ISKO sul mercato, attraverso un metodo efficiente di trattamento idrotermale. La Green Machine secondo lei può diventare asset strategico ISKO a medio termine? Quanto incidono i costi di questa ricerca sul “prodotto tessuto”? Il mercato è consapevole di acquistare un denim “premium”?

La Green Machine è un asset chiave per il riciclo di materiale 100% post-consumer, ed è una tecnologia rivoluzionaria poiché permette di separare cotone e poliestere su larga scala. Tuttavia, credo che la politica della circolarità vada vista in ottica di filiera. Ragionare a compartimenti stagni sulle singole parti sarà sempre parziale e inefficiente: il denim è costituito da fibre diverse, fasi diverse, componenti diverse e per fare davvero la differenza occorre avere la visione di insieme. Per quanto concerne i costi di ricerca, questi sono rappresentati per buona parte dallo sviluppo di nuovi prodotti, a noi spetta l’onere o l’onore di spiegare e trasmettere ai clienti il valore premium del prodotto che ne deriva. Ecco anche perché sono così fondamentali le partnership di filiera menzionate prima.

ISKO ha ripreso ad essere presente alle fiere di settore. Dopo questo periodo di pandemia che ha drasticamente ridotto le opportunità di incontro favorendo approcci digitali, ritornare al “touch” è considerato fondamentale nel tessile. Strategicamente parlando, la vostra presenza alle fiere, le partnership con media e trade show vi aiuta a spiegare a clienti e potenziali i vostri nuovi prodotti frutto di investimenti tecnologici e di ricerca? Come cambia la comunicazione?

Dall’esperienza della pandemia è emerso quanto sia fondamentale tornare a incontrarsi in presenza, non solo per spiegare i prodotti ma anche per fare circolare le idee, imparare insieme, e mettersi al servizio dell’industria in quanto thought leader capace di guidare il settore. La presenza fisica, unitamente alle partnership con gli stakeholder, è fondamentale per un approccio a 360° sulle iniziative aziendali. In questo scenario, la comunicazione cambia nel senso che deve essere più concreta, sostanziale, trasparente e certificabile. I claim devono essere tanto emozionali, capaci di colpire il cuore, quanto razionali, convincenti, credibili, “provate”. Il consumatore, specialmente quello più giovane, deve e soprattutto vuole capire cosa compra e per cosa paga. 

Dopo Londra, anche la Germania è sede di Creative Room, hubs che offrono soluzioni su misura per ogni aspetto della produzione di capi in denim. La scelta di iniziare con queste due “piazze” è dovuta a richieste specifiche di questi due mercati oppure per le quote di business che Germania e Regno Unito rappresentano oggi per ISKO?

Rappresenta una scelta dovuta a entrambi questi fattori. Al giorno d’oggi vi è la crescente importanza dei mercati specifici, la regionalizzazione delle filiere per prodotti “a km 0” o comunque con più vicinanza tra i singoli step e tra i player che ne sono protagonisti, quindi occorre un rapporto sempre più diretto e immediato con i clienti per essere loro partner più che fornitori.

Sappiamo che sono state recentemente presentate nuove famiglie di prodotti stretch e molto confortevoli: ISKO REFORM™ HP, XP, 100 e JEGGINGS™. Ci può illustrare le caratteristiche peculiari di questi prodotti e cosa li rende diversi dai prodotti denim stretch già in commercio?

ISKO è sempre stata un’azienda pioniera per innovazione e performance e naturalmente lo stretch è sempre stato il cuore pulsante dell’expertise aziendale. Con quest’ultima interpretazione delle nostre innovazioni siamo riusciti a combinare uno dei trend più evergreen dell’industria – lo stile denim più vintage e ispirato all’heritage di questo iconico tessuto – alle nostre tecnologie super performanti per rispondere a ogni esigenza di comfort, irrinunciabile per gli stili di vita di oggi. ISKO REFORM™ HP, per esempio, ha un’elasticità compresa tra il 40% e il 60% e la sensazione che si prova indossando jeans realizzati con questa tecnologia è quella del più piacevole degli abbracci: confortevole ma deciso. ISKO REFORM™ XP ha invece un’elasticità che va dal 60% al 90% ed è un denim che presenta un’avanzata tecnologia per il recupero della forma integrata nel tessuto. Il risultato è un jeans dall’effetto seconda pelle che rappresenta un concetto tutto nuovo di comodità, di libertà e di stile. ISKO REFORM™ 100 valorizza ed esalta qualsiasi conformazione fisica: il suo 100% di elasticità assicura un effetto “contouring” sul corpo, perfetto per ogni taglia e stile di vita, con il supporto di una tecnologia di vestibilità davvero futuristica. I jeans poi mantengono la forma e hanno quindi meno necessità di essere lavati, permettendo di ridurre l’impatto sull’ambiente.

The Style Lift

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