Filippo Vadda

Lanificio F.lli Cerruti dal 1881: partire dal DNA per guardare al futuro

Non tutti i lanifici sono riusciti nel tempo a diventare un brand, riconosciuto e riconoscibile a livello internazionale sia agli addetti ai lavori che al consumatore finale. Il Lanificio F.lli Cerruti affonda le sue radici nel 1881 e lega la sua storia recente alla sensibilità estetica di Nino Cerruti che, a fine anni Cinquanta, entrò nel mondo della moda uomo con una propria linea di prêt-à-porter di lusso. Nel tempo l’azienda di tessuti ha mantenuto il DNA sartoriale per chi ama vestirsi dal sarto, ma affianca ad ogni stagione nuove collezioni contemporanee di prêt-à-porter. Ce ne parla il nuovo Ceo Filippo Vadda (nella foto) in azienda da ottobre 2020 e con un passato da Loro Piana.

Quali sono oggi le richieste del mercato?

Il formale è in difficoltà per il cambiamento degli stili di vita. Veniamo incontro alla nuova domanda con tessuti meno “leccati”, finti uniti, superfici mosse grazie all’uso di filo jaspé. E’ importante oggi avere anche telai jacquard, come abbiamo in azienda, che consentono combinazioni fra tessuti con disegni classici, come ad esempio i check, ma con un twist jacquard.

Le collezioni di abbigliamento sono ormai frutto di collaborazioni sempre più strette con i tessitori, al fine di creare capsule personalizzate e distintive. Quali servizi offrite?

Il nostro è un servizio che si bassa sulla creatività. Vuol dire partire da un tessuto in collezione per sviluppare le esclusive con risultati unici e personalizzati. I nostri sono molto più che semplici clienti, sono partner a tutti gli effetti con i quali collaboriamo costantemente. Avviene con le Maison del lusso italiano, ma anche con quelle francesi. Questo richiede da parte nostra grandi sforzi sia creativi che commerciali per fornire quantitativi anche di non grande quantità.

Quanto conta l’archivio nel vostro lavoro?

E’ importante sfruttare un patrimonio come il nostro, che risale agli esordi dell’azienda. Oltre all’archivio dei tessuti abbiamo anche quello dei capi, fra cui abiti che il Signor Cerruti ha confezionato per i divi di Hollywood, vista la sua assidua frequentazione con il mondo del cinema e dell’arte, ma anche dello sport.

L’heritage quindi è un valore importante per un’azienda?

Il Dna ha sempre un peso determinante, ma bisogna guardare al futuro, altrimenti diventa un’operazione nostalgica. Il nostro marketing, basato su una storia vera e autentica, e non studiata a tavolino, è un grande punto di forza per noi.

Quali sono le innovazioni più recenti e quella della pe/2022?

Già due stagioni fa abbiamo introdotto la collezione Flow che si connota per un mood gender fluid; sperimenta sia le tecniche attraverso l’uso di telai jacquard, sia pesi e colori nuovi. La linea I Travel si contraddistingue per le performance tecniche, cioè tessuti antimacchia e ingualcibili per chi viaggia e si sposta di frequente. La linea Main è la più classica ma con piccole chicche.

Per la p/e 2022 usiamo filati fantasia su telai jacquard per ottenere tessuti con effetti tridimensionali. Ci sono molti motivi verticali e strisce irregolari. Una collezione che potrebbe piacere anche all’uomo più “dandy” e disinvolto…

Il Signor Nino Cerruti è stato uno dei protagonisti insieme a Michelangelo Pistoletto per il successo della candidatura di “Biella, città creativa Unesco”. 

Questo periodo di pandemia, non ancora risolto, come è stato vissuto dall’Industria biellese che non ha potuto promuovere i suoi programmi per celebrare questo importante riconoscimento?

La pandemia ha colpito tutto il settore della moda e anche i tessuti.   Noi come azienda non abbiamo mai smesso di investire nella ricerca e nell’innovazione per farci trovare pronti quando tutto riparte. Biella stessa come città ha tutte le carte in regola per vincere la sfida sia sotto l’aspetto paesaggistico sia per la sostenibilità.

La sostenibilità è all’ordine del giorno: come avete affrontato questo importante aspetto?

Per noi la sostenibilità è anche attenzione al sociale. Siamo stati il primo lanificio a dotarci di un depuratore per restituire al torrente Cervo acque pulite. Senza dimenticare che dal 1910 in azienda esiste il CAI (Cassa aziendale interna) dove confluiscono donazioni di dipendenti e dirigenti a tutela delle persone più deboli e per gli infortuni o particolari necessità. L’azienda redige un piano della sostenibilità con consulenti esterni per avere la certezza di adottare un approccio alla sostenibilità scientificamente corretto. Il Lanificio usa da sempre filati naturali che per definizione sono sostenibili e circolari.

Avete anche una showroom nel Salotto di Milano?

E’ importante avere una sede a Milano che ci rappresenti nell’immagine, come appunto è questa location in Corso Venezia, che ospita altri brand di alta qualità e made in Italy. Qui diamo appuntamento sia ai confezionisti per visionare le collezioni, sia ai sarti che utilizzano i nostri tessuti e che possono incontrare qui i loro clienti. Oltre alla showroom fisica, stiamo mettendo a punto anche una showroom digitale che esordisce ai primi di febbraio con la collezione p/e 2022, coniugando così l’esperienza fisica, imprescindibile, con quella digitale, ormai indispensabile.

The Style Lift

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