LEONARDO ZANTIAGO VANEGAS “La mia Demi-Couture è matematica e precisione, creatività e passione, un lusso silenzioso”

Dalla Colombia, sua terra d’origine, il designer ha portato colori e volumi. Un Folklore chic e moderno che utilizza tessuti e materiali di grande qualità.

di Otto de Prec

Il fashion designer Leonardo Zantiago Vanegas

Nello stile di Zantiago, quanto incidono gli studi in disegno industriale? Nei suoi abiti, infatti, quello che colpisce è l’equilibrio e la dualità tra la forma, un taglio netto come si trattasse di metallo quindi molto razionale e, in contrapposizione, una abbondanza di tessuto utilizzato nelle pieghe e nel drappeggio. Quasi come vasi di terracotta o creta da plasmare con le mani.

Fin dove arrivano disegno industriale e razionalità e dove comincia l’arte? 

Lo studio del design è stata la mia base per disegnare anche i miei capi. Ho cominciato come disegnatore industriale. Da lì nasce tutto, il cartamodello, il progetto e il rispetto per la materia. Zantiago è molto “materico”. Il legno, il ferro, la terracotta sono di ispirazione ma, essere designer è anche un po’ essere artista; la mia è una fusione tra arte e funzionalità, razionalità, matematica. Nella couture noi lavoriamo con i centimetri. Gli abiti che progetto devono tenere conto di tagli, inclinazioni, grammatura dei tessuti, occorre trovare un equilibrio, un’armonia. 

Quanto c’è della sua terra, la Colombia, nelle sue collezioni. Ad esempio, nei colori della terra?

In Colombia c’è molto colore e vivacità anche nel cibo, nelle danze. Abbiamo trasformato il colore, utilizzando soprattutto i toni neutri. Volumi e forme reinterpretano così la Colombia, un Paese che ha trentadue regioni, ognuna con le proprie caratteristiche e abiti tradizionali che si possono vedere anche nelle danze. Per me, ispirazione importante sono gli abiti della tradizione. Da qui parte un processo di trasformazione verso una “Couture Europea”. Il mio è un viaggio transatlantico. Dalla Colombia, terra tra due oceani, Atlantico e Pacifico inizia il viaggio… Zantiago è un ponte tra la nostra tradizione e la couture del vecchio continente. Le mie radici sono colombiane e voglio comunicarle attraverso il nostro “calore” che incontra il buon gusto europeo. C’è una nuova generazione di designer colombiani, immigrati in Europa, che si stanno facendo notare all’estero. Folklore e cultura colombiani sono però sempre presenti.

Anche negli outifit dove sono presenti due pezzi, ci sono al massimo due colori e pochissime stampe. Non troviamo in effetti molti colori, semmai le nuances del blu o del giallo, oltre ai colori neutri; quindi, lei ha “razionalizzato” anche la palette colori? 

Noi vogliamo essere un marchio di lusso silenzioso. 

Cos’è un lusso silenzioso?

Per me è creare movimento senza fare rumore attraendo l’attenzione sul colore. 

Come un felino, che cammina pacatamente, silenziosamente con un movimento elegante. Ed è quello che vogliamo fare anche noi. Un lusso “silenzioso” adatto ad ogni Paese, una collezione molto aperta e adatta a tutte le stagioni con colori prevalentemente chiari, quelli del nostro DNA. Quando ho creato il marchio ho pensato al bianco, al beige nelle varie gradazioni, al giallo, al blu, al rosso, al verde e anche al nero. Sono i nostri colori identificativi che troviamo in ogni collezione. La stampa è poco utilizzata ed è creata da me, una stampa piuttosto semplice.

Per i tessuti, considerando la trans-stagionalità, quali fibre predilige?

La filosofia di Zantiago prevede l’utilizzo di quattro materiali: cotone in varie grammature, seta, lino e fibra elastica come la Lycra sempre di qualità elevata. Stiamo parlando di 190-300 grammi. Con questi materiali partiamo da basi “semplici” che trasformiamo in capi pregiati. Il cotone è comunque il nostro tessuto più utilizzato, in purezza. Si tratta di tessuti made in Italy. Così anche i nostri accessori e le calzature.

Un outfit della collezione SS25 con la borsa
“Barbara Bag”

A proposito di accessori, c’è Barbara Bag, dal nome della sua bisnonna, una borsa che ha una tracolla realizzata da donne di una tribù, la WAYU. Quindi c’è anche un aspetto di sostenibilità sociale che prevede il lavoro di queste donne. Come le coinvolge?

Sono cresciuto tra donne forti: mia mamma, mia sorella e anche la mia bisnonna, le mie muse. In ogni circostanza importante della mia vita è intervenuta una donna. È un fatto speciale che sempre mi accade. Coinvolgere le donne WAYU mi consente di ritrovare le mie origini. Io sono di cultura ispanica ma le mie origini sono indigene. Generalmente, molte persone si vergognano di svelare queste origini, per me invece è motivo di orgoglio. Le mie radici sono nel nord della Colombia. Queste donne utilizzano telai manuali “a cintura” e fanno le tracolle in cotone, nel nostro caso, con disegni etnici, geometrici, tribali. Ogni pezzo è unico. Per la mia tesi di laurea ho coinvolto una tribù indigena, ho vissuto un’esperienza bellissima. Barbara Bag è l’espressione del lavoro delle donne di questa regione. 

Qual è la sua definizione di Demi-Couture, che lei cita descrivendo le sue collezioni? 

Ho imparato questa parola grazie a voi europei. Non è sinonimo di opulenza, ma è un Prêt-à-Porter di lusso. Lavoro molto anche sul su misura. 

Secondo lei cosa non dovrebbe mai mancare nel guardaroba di una donna elegante?

Un capo Zantiago!

The Style Lift

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