LUXUNY, The Italian Gentlemen’s Lifestyle Atelier.

Luca Santonato, un italiano a New York.

Di Marco Poli

A Manhattan, New York, c’è un indirizzo imperdibile dove tessuti, abiti, accessori, arte e preziosi “toys” sono ospitati e proposti in una cornice storica ed eclettica, ricca di fascino, in uno degli edifici più iconici di tutta la città e dove è possibile concedersi un break con un buon caffè o un vino italiani.

Luca, ci può presentare LUXUNY e il concept che le ha ispirato un format così originale? Quasi un indirizzo “privato”, una casa, frequentata da intenditori dello stile e della qualità italiani, per passaparola…

Luxuny è una idea che mi è venuta durante il periodo Covid, quando la vita si è rallentata e ho avuto più tempo per pensare, soprattutto in una città come New York che vive a ritmi davvero frenetici. Ho pensato a cosa potesse mancare in città… e la moda è sempre stata la mia passione, nonostante il mio background finanziario. Ho quindi pensato a un nuovo concetto di “Gentlemen’s Cave”, dove i clienti, su appuntamento hanno la possibilità di vivere un’esperienza esclusiva e nel contempo molto privata, simile a una esperienza che si può vivere in una galleria d’arte, in un museo ma, nel contempo in un atelier privato, circondati da oggetti di qualità e di lusso made in Italy che hanno un incredibile livello di customizzazione. Le due parole sulle quali si fonda Luxuny sono: passione e customizzazione. Passione perché non siamo qui solo per vendere, ci piace coinvolgere il cliente nel processo di creazione e sviluppo di un abito o di un oggetto. Tutto quello che abbiamo all’interno: dagli abiti, agli accessori, dalle scarpe, all’interior design, dagli specchi, alle biciclette è bespoke. Si può scegliere un tessuto, un legno, un pellame, un materiale. Il cliente è coinvolto nel processo creativo dell’oggetto che andrà ad acquistare. Gli raccontiamo anche la storia dell’azienda che realizza il capo, o l’oggetto scelto. Dove è situata in Italia, la storia della famiglia di imprenditori, concetti che vengono molto apprezzati. Inoltre, causa Covid, abbiamo immaginato che un cliente potesse apprezzare più una esperienza privata piuttosto che una shopping experience in un department store.  Qui il cliente quando arriva riceve molta attenzione, lo facciamo innanzitutto accomodare, può prendere un buon caffè o gustare un bicchiere di vino e intanto lo ascoltiamo, lo orientiamo nella scelta e incominciamo a studiare i suoi gusti, la sua fisicità, il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli. Acquisire la fiducia del cliente dà molta soddisfazione e spesso sono diventati anche amici. Poi, scritto il business plan, visto che i numeri tornavano, ho cercato una location che potesse rappresentare al meglio il concetto Luxuny. Quando ho trovato questa penthouse su quattro livelli al Bryant Park Studio, uno degli edifici piu iconici di Manhattan, mi sono innamorato, ho trovato un accordo e firmato il lease. Abbiamo così iniziato a costruire la location scegliendo ogni singolo pezzo, ogni mobile e abbiamo aperto le porte al pubblico a fine luglio 2021.

Com’è oggi vivere a New York, a Manhattan? È sempre un luogo dove esserci in termini di osservatorio di tendenze?

Io sono arrivato a New York 12 anni fa e ne sono ancora completamente innamorato. In questo momento non potrei vivere altrove. E’ vero che in questi anni è molto cambiata. Si sono sviluppati altri quartieri come Brooklyn, il Queens ma Manhattan resta Manhattan. Quando si parla di New York io vedo sempre Manhattan, ho questo mito. New York è sempre una città che ti può ispirare tantissimo: cammini per strada, vedi gente, artisti, musicisti, colori…   Durante il periodo Covid la città si era addormentata e ora si è risvegliata con “revenge” ma è molto cambiata, il dress-code è cambiato. Le persone, gli uomini sono meno focalizzati sull’abito molto formale alla Gordon Gekko,  per indossare outfit più confortevoli. Sta andando molto il bomber il blouson il jogger, giacche destrutturate. Anche per il fatto che, se prima le persone che vivevano in città ed avevano più potere di spesa ed erano associate alle categorie di bankers Wall Street brokers,  Real Estate brokers, dottori e avvocati, con l’avvento del mercato del Tech, ci sono professionisti che riescono ad avere salari molto importanti ma non sono obbligati ad andare in ufficio con abito e cravatta. Si è quindi sviluppata una nuova generazione di potenziali, importanti clienti che hanno un approccio diverso a quello che è il loro outfit.

Cosa ispira la sua ricerca di tessuti, di abbigliamento, di accessori, di gioielli e oggetti Made in Italy e chi sono i suoi clienti, la loro fascia di età?

In questo devo ammettere che sono stato un uomo fortunato: ho accanto KC Jones che, oltre ad essere la mia fidanzata è anche la nostra direttrice creativa e ha un background fashion molto importante: ha studiato al Polimoda in Italia, parla 5 lingue, ha lavorato per Vogue Giappone ‘sotto l’ala’ di Anna Dello Russo, e per Prada. E’ quindi una persona che mi ha ispirato nella parte creativa. Per quanto riguarda i tessuti, abbiamo cercato di collaborare con quelle che sono le aziende che ci hanno proposto un’ampia scelta di tessuti abbinata ad alta qualità e creatività. Oggi lavoriamo con i tessuti di Zegna, di Loro Piana, di Holland & Sherry, di Scabal, di Ariston Napoli… per quanto riguarda le aziende italiane che andiamo a ricercare, sono per lo più aziende di Lifestyle. Brands non in competizione tra loro. Quando scegliamo un brand diamo una sorta di esclusiva merceologica o di stile. Ad esempio, per le cravatte, proponiamo Fumagalli di Milano, unico brand di cravatte. Per le scarpe lavoriamo con Bottega Senatore che fa scarpe totalmente bespoke. Oggetti di interior design customizzati… ad esempio specchi su misura di Antique Mirror. Abbiamo Agresti di Firenze che produce casseforti, watch winders, portasigari, scatole di giochi da uomo, Fine Jewelry di Vittorio & Co,  Non siamo un tipico showroom multimarca che propone diverse aziende della stessa merceologia. Quando crediamo in una azienda, la portiamo avanti. Siamo un atelier. La fascia di età dei nostri clienti va dai 28 anni sino ai 65.

Chi è il Gentleman oggi? Quali caratteristiche deve avere, come si riconosce?

Mi ricordo le parole di mio nonno Carlo, che diceva: “si è signori dentro, non fuori”. Per noi il significato di Gentleman è innanzitutto riferito a una persona che ha dei valori e delle passioni e non è collegato a quanti soldi guadagna in un anno. Anche se non siamo certo un atelier economico. Lo si riconosce parlandogli, ascoltandolo e dall’attitudine  che ha quando si relaziona con altre persone. Il Gentleman è cambiato molto in città. La categorie che più ci frequentano sono ancora banker e broker, developer, costruttori ma, anche persone che stanno facendo molto bene in Tec e che non avendo un’esperienza personale di stile su come vestirsi  o come presentarsi in determinate situazioni o eventi o per un appuntamento sentimentale, si rivolgono a noi per consigli. Teniamo sempre in considerazione la personalità del nostro cliente. E del suo background: se non ha mai indossato un abito, non possiamo partire con un doppiopetto con lapel di 10 cm. Dobbiamo farlo sentire a suo agio. La grande soddisfazione è che spesso questa persona si accorge della differenza rispetto a come si vestiva prima di rivolgersi a noi. La persona si sente quindi più confident e, per gli ordini successivi, possiamo stimolarlo nell’osare un po’ di più.

Verrebbe da dire che proporre il Lifestyle e il gusto Italiani equivale a “vincere facile”. In realtà immagino sia molto difficile da raccontare… e c’è molta concorrenza in città? In che cosa si differenzia Luxuny da altre realtà simili a New York o in America, con quale approccio, quali servizi?

Vincere facile… non sono d’accordo. New York è molto cambiata. Parlando con imprenditori italiani che hanno fatto fortuna dagli anni ’60 agli anni ’80, si capisce che in quei decenni c’era molta meno competizione, c’erano quartieri meno sviluppati e gli affitti avevano un’incidenza meno forte rispetto ad oggi. Ma, anche se il percepito dell’Italia, della sua cultura, dell’arte è sempre molto positivo, questo si inserisce in un contesto estremamente competitivo. La differenza che Luxuny ha rispetto ad altri è sicuramente il tipo di servizio e la location: il Bryant Park Studio, il primo building costruito a Manhattan solo per artisti che risale al 1901. E’ un landmark building, tuttora uno dei più ‘originali’ di Manhattan. Qui hanno avuto il loro studio personalità come Norman Rockwell, Irving Penn, Georgia O’Keefe, Liz Claiborne, Fernand Leger, Edward Steichen, Frank Sinatra ha inciso qui al 3° piano, Jimi Hendrix. In particolare il nostro spazio era la residenza newyorkese del filantropo Abraham Anderson che è stato anche l’ideatore e costruttore del palazzo. Questo regala allo spazio l’immagine di una residenza ma con dettagli che a New York è quasi impossibile ritrovare, soprattutto in una struttura commerciale. Durante la prima mezz’ora del primo appuntamento, se il cliente ha tempo, raccontiamo la storia dello spazio, dell’incredible Skylight, della ringhiera originale di ghisa o del bagno, completamente circondato di abalone shells in madreperla. Abbiamo opere d’arte. Tutto questo affascina molto il cliente. In un certo senso siamo un club privato, senza chiedere il pagamento di una membership. I nostri clienti possono anche chiamarci per fare un break e bere un caffè, fare una riunione qui con i loro clienti, bere un bicchiere di vino prima di andare a cena. Si viene a creare una situazione di trust, di passaparola.

Quali differenze ci sono tra l’uomo americano e l’uomo italiano? New York è un crocevia di culture e di nazionalità diverse. Di quale nazionalità originaria è l’uomo che si affida più facilmente ai suoi suggerimenti?

L’uomo americano è molto diverso dall’uomo italiano. L’uomo italiano per sua natura, senza voler generalizzare, ha una concezione più immediata di quello che è lo stile. Io sono più felice di avere a Luxuny clienti americani perché si fidano di noi, si rendono conto dei loro “limiti”. Loro sono bravi a vendere stock a fare business e noi molto bravi a vendere consulenze di stile. L’uomo italiano invece talvolta è un po’ presuntuoso, magari ci dice che il suo sarto in Italia costa meno, o che di solito si veste da un grande marchio italiano… e vuole spendere meno. La categoria di clienti che si rivolgono a noi oggi sono per lo più americani o del Medio Oriente. Ultimamente anche clienti asiatici.

Qual’è il tessuto best-seller per capi bespoke?

Onestamente non abbiamo un tessuto particolare per il bespoke. Sono orientato a proporre quelli che incontrano il mio gusto personale, magari. Abbiamo un mix di proposte: oltre al 100% lana, cerchiamo di offrire anche tessuti in blend lana, cashmere, lino, seta. Offriamo molte opzioni. Io lavoro molto bene con Scabal, con Ariston Napoli e abbiamo libri di Holland & Sherry che offre un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Qual’è la richiesta più bizzarra che le è stata fatta?

In questi primi 10 mesi di attività non ho avuto richieste particolarmente bizzarre che ci hanno fatto sorridere o che ci hanno spiazzato. Tra tutte, forse la richiesta di un nostro cliente, un costruttore molto importante a New York, jewish, che in occasione del matrimonio di un suo parente ci ha chiesto di produrre una tunica-impermeabile bianca di lino 100% (che si indossa per questioni religiose),  particolarmente fancy perché si riconoscesse come capo customizzato, rispetto a capi più omologati per la sua funzione d’uso.

Ci parli del suo colore preferito e qual’è, per lei, il capo che non deve mai mancare nel guardaroba di un moderno gentleman?

Io non ho un colore preferito. Sono un amante tuttavia di alcuni colori che definirei classici: il blu navy, alcune tonalità di grigio, mi piace invece molto essere eccentrico con la fodera della giacca. Amo il rosso. Anche per il lavoro che faccio, ho un guardaroba ampio. Quando arriva un tessuto che mi piace particolarmente, mi faccio un abito, anche per vedere la sua resa. Cosa non deve mancare nel guardaroba di un uomo? Per me gli accessori, sono importanti. Come sciarpe o foulard, cravatte. Amo spille e orologi anche da taschino. Se un accessorio è ben abbinato e indossato può far risaltare e valorizzare molto un capo, così come un ambiente.

The Style Lift

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