Giacche Maurizio Miri

Maurizio Miri: i tessuti per trasmettere emozioni

Il percorso creativo di Maurizio Miri parte dal total look per arrivare poi a concentrarsi sulla giacca, valorizzandola attraverso i tessuti e la cura dei dettagli. Lo stilista spiega a TSL Gazette il processo di osmosi fra forma, vestibilità e tessuto, con riferimenti alla prossima collezione uomo a/i 2021/22.

Qual è l’importanza del tessuto nella creazione del capo?

Ogni tessuto dà una certa impronta, una vestibilità e una certa forma alla giacca, e a chi la indossa, in virtù delle fibre che lo compongono e delle sue caratteristiche intrinseche, se morbido o più strutturato, e quindi in grado di accostarsi o allontanarsi dal corpo.

Parte prima dalla forma o dal tessuto nel processo creativo?

Per l’uomo ho già diverse forme sulle quali lavoro ogni stagione e il tessuto mi offre la possibilità di dare un’ allure e un appeal sempre diverso e contemporaneo. Mi aiuta cioè a enfatizzare il mio pensiero e a tradurlo in una forma più strutturata o più morbida e cascante, a seconda di quello che voglio comunicare attraverso la collezione. Quindi il tessuto diventa un mezzo per raggiungere un obiettivo.

Quali sono per lei i tessuti ideali?

Guardo e valuto tutti i tessuti dei fornitori, le cartelle e le varianti colore. In un certo senso è il tessuto che sceglie me. Ogni stagione faccio tabula rasa e vado con la mente libera nelle fiere a cercare i tessuti per arrivare a scegliere quelli che più mi colpiscono. In ogni collezione i tessuti cambiano, perché cambiano il mio pensiero e il mio stato d’animo che mi spingono a scegliere determinati tessuti, colori e fantasie.

Ogni tessuto quindi ha una sua personalità?

Si, un insieme dato dalla trama, dalla mano, dalla palpabilità. E’ un po’ come il vino che ha tante caratteristiche.

Cosa ha scelto per l’autunno-inverno 2021/22?

Mi sono focalizzato su tessuti nobili, morbidi, su effetti tridimensionali, colori che rimandano al passato, quindi contenuti più emozionali che commerciali, con lo scopo di suscitare emozioni sensoriali nel consumatore. Tessuti che raccontano storie, perché penso che il futuro prossimo, a causa di questi lockdown, ci porterà a fare scelte più emozionali. Ad esempio, mi sono piaciuti i tessuti 3D di Ferla che sono dei racconti, la ricerca di innovazione dei tessuti di Botto, un tartan dall’aspetto shetland ma con una mano più morbida, oppure la saia di Vitale Barberis Canonico dalla mano ricca e battuta abbinata al velluto liscio di Pontoglio. Mi sono piaciuti quei tessuti che danno emozioni, come certi articoli di Carlo Barbera, i tessuti del Lanificio Corrado che sembrano usciti da un archivio storico. Questo per dire che devo trovare in ogni azienda il suo punto di forza.

La gamma colori?

Ci saranno ancora il tabacco, il bordò, il cardinale, il verde, il blu, il senape, accanto ai classici nero e blu che nell’uomo non possono mancare.

The Style Lift

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