QUESTIONE DI FILI

di Marco Poli

Lorenzo Piacentini (in foto), Amministratore Delegato di Zegna Baruffa Lane Borgosesia: “ho scoperto che la lana, il tessile e la cosmetica hanno molte affinità. Si indossano sulla pelle, hanno risvolti sulla persona e sul suo benessere. E tutto questo deve passare da una vera ossessione per la qualità”.

Dottor Piacentini, il suo ingresso in azienda è coinciso con un insieme di fattori che hanno amplificato l’incertezza sul Mercato a livello internazionale. Dal suo punto di vista, il rilancio dell’attività industriale in generale e, nello specifico per Zegna Baruffa Lane Borgosesia, da dove può iniziare e attraverso quali canali?

Può senza dubbio iniziare e si sta sviluppando seguendo le poche regole del gioco che Zegna Baruffa Lane Borgosesia ha da sempre osservato: coerenza, qualità e servizio.

Coerenza e capacità di aver mantenuto una strategia coerente nel tempo fortemente legata al nostro territorio e ai nostri valori. Valori di rispetto per la nostra gente, e anche per i nostri clienti. La coerenza la elenco come primo punto, poiché qualità e servizio sono due derivate. Qualità perché specialmente in momenti di transizione, di crisi, essa non è soltanto prodotto ma, anche servizio. Che significa riuscire ad arrivare nel momento corretto, missione quasi impossibile oggi, con tutti i problemi di supply chain e logistici a livello internazionale. Avere il 100% di controllo della propria filiera produttiva aiuta ad essere competitivi, meno “imperfetti”. L’acquisto delle nostre materie prime che viene principalmente dall’Australia e passa attraverso il Far East ci impone anche difficoltà logistiche. Nonostante tutto, il nostro modo di lavorare con rispetto per le integrazioni locali ci aiuta a rispondere meglio al Mercato.

Il suo precedente ruolo in altri ambiti merceologici le ha consentito di applicare approcci e strategie già testate efficacemente, anche nell’ambito tessile? 

Zegna Baruffa Lane Borgosesia ha una importante eredità storica e di standing, con quale spirito si affronta e si vive un incarico così “importante”, come il suo?

Partirei a rispondere dalla seconda parte della domanda, perché mi aiuta a chiarire il motivo per cui ho accettato questo incarico e perché mi piace molto.

La mia storia è un po’ speciale, poiché sono originario di questa terra ma non ho mai frequentato il tessile prima d’ora e, negli ultimi vent’anni, non ho nemmeno frequentato molto l’Italia. Ho accettato questo incarico con entusiasmo perché lo sento legato a me, coinvolge la mia terra di origine e perché è un progetto bellissimo, concreto dal punto di vista di sostenibilità sociale: Zegna Baruffa Lane Borgosesia ha mantenuto le sue strutture produttive nel territorio anche in momenti difficili in cui la tendenza era delocalizzare. Una scelta coraggiosa, coerente che ha costruito, rafforzato la buona reputazione dell’azienda e che paga a livello strategico. 

Non posso dire che la mia esperienza professionale sia servita in qualcosa di specifico, per questo ruolo. Zegna Baruffa Lane Borgosesia ha una realtà complessa, molto diversa dal mio passato, e sto scoprendo che mi sta insegnando molto. C’è un punto in comune che è la forte attenzione alla qualità e la cura nei confronti del cliente finale, anche se noi siamo un B2B. 

Questi due elementi sono in comune con le mie precedenti esperienze nel settore della Cosmetica selettiva. Ho passato i miei ultimi 25 anni nel Gruppo L’Orèal, divisione alta profumeria e poi nel Gruppo Beiersdorf, per il brand La Praerie. 

Ecco, c’è lo stesso approccio di forte “dettaglio” anche se in un contesto diverso, dove anche il top management deve scendere nel dettaglio di tutta la catena produttiva e del valore. Entrambe queste attività hanno a che fare con l’estetica ma, anche con il benessere e la cura della persona: la lana e le creme, i profumi si indossano “a pelle”! In un momento di crisi tutti stanno cercando cocooning, benessere e qualità di vita e, il tessile può essere di grande aiuto in questo. 

La Sostenibilità è il leit-motiv di cui tutti parlano. Concretamente Zegna Baruffa Lane Borgosesia da dove parte? Dal territorio, come abbiamo visto, valorizzando anche le risorse umane e dalla scelta di non delocalizzare o dalla scelta di materiali realmente sostenibili o ancora, dai processi industriali a basso impatto ambientale?

Dal 2017 ZBLB pubblica un Bilancio di Sostenibilità. La nostra strategia qui si basa su alcuni pilastri che sono: qualità e innovazione sostenibile; processi produttivi rispettosi dell’ambiente; tracciabilità delle nostre materie prime, della supply chain, dei nostri fornitori in modo che siano complient con le esigenze ambientali; rispetto delle persone sul territorio. 

Questo è il fil-rouge che ci guida e che sarà anche la nostra road map per i prossimi 5 anni. Nella semplificazione del concetto di sostenibilità, si tende a sottovalutare la sostenibilità sociale che per noi è invece parte del nostro DNA da 170 anni. Fin dalla fondazione della Lane Borgosesia c’è sempre stato un rapporto “welfare”nei confronti delle persone, delle famiglie del territorio. Lo spirito è rimasto lo stesso: il 100% della nostra popolazione lavorativa è reclutata sul territorio, il 54 % della popolazione attiva è femminile, l’88% dei nostri fornitori sono italiani e locali, tranne ovviamente per l’approvvigionamento delle materie prime. Questa è una scelta consapevole e coraggiosa. Faccio un esempio: pensiamo soltanto all’impatto energetico che abbiamo a livello di costi, è molto più elevato di quello di un competitor che ha unità produttive nell’Est Europeo o in Cina. Questo crea una reputazione positiva con i clienti che ci vedono come impresa coerente. Il trend poi è quello del reshoring. 

Siamo attualmente a un livello di crescita a doppia cifra, ai livelli pre-pandemici, nonostante le incognite che ci sono sul mercato. Ma, la qualità si paga e si può anche spiegare.

Questo periodo coincide con la preparazione della collezione filati maglieria per la prossima stagione autunno/inverno. La vostra stagione clou. Il Tessile ha bisogno di comunicarsi anche fisicamente attraverso il “touch” per poter apprezzare pienamente il valore di un filato, di una fibra. Poiché sappiamo che la forma é sostanza, come comunicherete, anche attraverso le fiere, il vostro prodotto? I punti maglia sono sufficienti per esaltare le peculiarità di un prodotto così a monte? E per i filati di tessitura?

Alle fiere si porta il risultato di un dialogo che noi abbiamo al nostro interno ma anche con le nostre filiali in tutto il mondo. ZBLB ha filiali a New York, in Giappone, a Shanghai e Hong Kong che ci comunicano cosa c’è nell’aria e ci permettono di interpretare le aspettative, le esigenze traducendole con nuove proposte di fili. La fiera è un momento molto fisico perché è un momento di lavoro, di confronto e di messa a punto con tutto il team. La realizzazione del filo, così come dei punti maglia esalta la performance e la missione del filato. Anche il nostro marketing ha dato una svolta evolutiva ai nostri strumenti di presentazione per renderli, più che “sexy”, dei veri strumenti efficaci di dialogo e di lavoro. Sedersi con un designer e parlare di texture è molto importante. 

La digitalizzazione e la sostenibilità nella presentazione delle collezioni sono punti fondamentali. Il nostro cliente può toccare una texture e allo stesso tempo può vedere con lo smartphone i fili e la presentazione virtuale dei punti maglia. Siamo tra digitale e fisico. Stanno saltando i consueti paradigmi: è l’uomo che diventa più versatile.

Quanto é importante oggi comunicare l’heritage aziendale e attingere da un archivio storico come il vostro per progettare il futuro con la tecnologia moderna?

Noi abbiamo un grande orientamento al futuro, e per progettarlo in coerenza con la nostra filosofia non si può che attingere dal passato. Per noi è uno dei fattori critici di successo. La sfida molto bella in questo momento è anche di dinamismo all’interno della nostra azienda, essere fieri del nostro passato e continuare a valorizzarlo, partendo da noi stessi ma, immaginando cosa succederà tra 5 anni. Un processo culturale molto sfidante. 

Orgoglio per il nostro passato e, insieme, consapevolezza di riprogettare il futuro. La nostra azienda inventa ogni anno 35.000 colori ed entrare in azienda, vedere i colori esposti come installazioni e opere d’arte infonde molta energia, per il futuro! 

The Style Lift

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