THE FABRICS’ SOUP

di Marco Poli

S T R A C C I 

Prodotti ricchi per paesi ricchi. Pare essere questo il destino industriale del futuro italiano cui non compete più il prodotto medio-basso destinato a soddisfare bisogni di consumatori di fasce di reddito lontane ormai dal prodotto italiano, costoso perché bello e molte volte costoso e basta. Produrre per i ricchi, quelli nuovi specialmente, che affollano con la loro domanda in contanti negozi e boutique, non è certo un compito mortificante, anche perché l’Italia il bello, parliamo di tessile e moda, lo ha sempre prodotto e continuamente innovato con fantasia e abilità. 

Un contrasto questo, con la degenerazione e lo spregio proprio del bello che il Paese ha perpetrato negli anni, con altrettanta continuità su sé stesso, il Bello per eccellenza: paesaggio, arte, architettura, urbanistica, con risultati disastrosi ed effetti addirittura grotteschi, l’insegna della pizzeria sulle rovine antiche, gli scantinati dei musei pieni di opere in deterioramento, zone di bellissime città diventate invivibili e irrecuperabili. E su tutto un cattivo gusto di vita, di apparire vistoso più che di essere, sconcertante segno che il “nuovo” non significa sempre progresso e affinamento ma, può essere volgarmente sbracatezza.

Dopo queste considerazioni visive sull’effettivo gusto e uso del bello in Italia, rimane appunto viva e stupefacente (in positivo) la raffinata capacità di creazione, di innovazione, di produzione del made in Italy nel vestire e nella sua origine, il Tessuto. Che è frutto di un’inventiva radicata nel tempo sino a parlare di arte industriale divenuta tradizione e oggi sottoposta purtroppo, come è normale e inevitabile a proposito del bello, ad essere copiata con l’ausilio della tecnologia, sempre più avanzata, comprabile, esportabile. Dunque, la protezione del ben fatto italiano, la cui difesa delle etichette  finora ha commosso pochi appartenenti alla nostra Europa, deve sempre più articolarsi su un incessante rinnovamento delle idee, del gusto, delle capacità ideative e creative di un prodotto vincente in quanto anticipatore, in quanto più avanti degli altri.

Il nuovo Governo italiano ha istituito il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che avrà tra i principali obiettivi la difesa e lo sviluppo delle filiere produttive italiane, il sostegno agli investimenti tecnologici e la promozione delle nostre eccellenze nel mondo. Un inizio promettente al quale dovrà però seguire necessariamente una agenda concreta di iniziative a protezione e promozione dei prodotti italiani, tra questi, senz’altro i tessili.

Potrebbe essere un’occasione per setacciare le vere eccellenze e le meraviglie tessili di cui siamo capaci, separarle da prodotti mediocri, valorizzare il Bello. Quando il made in Italy, produttore e creatore di prodotti ammirati in tutto il mondo, butterà finalmente i suoi STRACCI?  

Michelangelo Pistoletto, “La Venere degli Stracci”, 1967, Fondazione Pistoletto.

The Style Lift

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