THE FABRICS’ SOUP

LA GRANDE TENDENZA                                                                                                                       

di Marco Poli

Eccoci giunti all’apertura della Fashion Week milanese, in attesa di quella parigina.

Ogni mattina la donna-consumatrice e l’uomo-consumatore si risvegliano con lo stesso incubo che li ha tormentati la sera prima di addormentarsi. Cosa farà Jerome Hayden Powell, nell’ambiente chiamato “JPow”, banchiere e presidente della Federal Reserve? E, cosa farà Madame Christine Lagarde, presidente della BCE?

L’uomo e la donna medi, la massa di chi produce lavoro per produrre consumi, a poco a poco ma, profondamente, ha capito sino ad esserne convinta che la sua giornata e il suo umore, dall’allegria allo sconforto dipendono, non tanto dalla frase sgarbata di lei o lui, dal parcheggio sottratto, dal ristorante caro dove si è mangiato male, o dal capo ufficio villano, quanto dalle decisioni della Federal Reserve, dall’indice Nasdaq, dal vecchio, affaticato Dow Jones. E dalle decisioni della Banca Centrale Europea.

Alcuni sofisticati amanti di Truffaut, del fois gras, del Sauternes e dei castelli della Loira soffrono invece le pene dell’inferno seguendo il CAC 40 che è una sorta di Mibtel francese e dell’eurozona, anziché milanese.

Chi pensa di conoscere un po’ le leggi dell’economia è invece confuso più di un esperto, e questo significa il massimo dell’incertezza. Ma l’economia cos’è? Le leggi della domanda e dell’offerta amate dagli economisti classici, come gli stilisti amano l’Oriente e i designer la Svezia, sono sbattacchiate a destra e a sinistra in modo indegno, non si capisce più niente.

Il panorama della moda anch’esso non risparmia colpi di scena e ammutolisce i fans con le gigantesche sfide dei gruppi del lusso e del giro di poltrone… i Gruppi del lusso stessi sono diventati consumatori-compratori: acquistano aziende, stilisti, catene di boutique, artigiani, marchi e griffes. Il quadro è titanico. Una cornice di denaro, azioni e azionisti, proprietari e amministratori, super manager dentro la quale lo schermo della moda trasmette immagini in un movimento continuo e frenetico di valori, controvalori, valutazioni e svalutazioni estranee al prodotto e al suo rapporto con un consumatore posto di fronte sempre alle stesse cose e alle stesse vetrine a Milano, a Parigi, a Cortina, a Sydney, a Salisburgo e a Tokyo.

Ma quanto vale il prodotto in vetrina? Capirlo, sarebbe come capire l’economia di oggi, dalle regole effimere. E il consumatore quanto vale? Il consumatore vale per quanto spende. Questa è l’unica regola certa. E questa è la GRANDE TENDENZA.

The Style Lift

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