THE FABRICS’ SOUP

by Marco Poli

TARTINE JAMBON-BEURRE & TACOS, LANA & CO.

Sul THE NEW YORKER del 19 Aprile Lauren Collins scrive di un fenomeno in grande ascesa a Parigi: una cucina Messicana o, meglio, Tex-Mex:  quella del Taco, facendo eco al noto rapper Francese Médine, di origini Algerine, con milioni di followers che ne parla anche in un documentario. Una “tendenza” che viene dalla banlieue. La banlieue influenza Parigi e Parigi influenza il mondo… succede così.

E’ la contrapposizione tra le tartine burro e prosciutto e i tacos. Fenomeno incontrovertibile,  un twist di culture che viene dal “basso” e in una città multietnica come Parigi è ancora più evidente. Ed è già qui, da noi.

Tartine burro e prosciutto VS tacos è molto di più che “l’Europa del vino VS l’Europa della birra” espressione usata per identificare due culture, due scuole di pensiero e di stili di vita:  quella dell’Europa del Sud, Francia compresa che si contrappone all’Europa dei Paesi Nordici… E’ una allegoria di convivenza e, magari, anche di tolleranza multietnica e di culture molto differenti che inevitabilmente si riflettono anche sul vestire.

Quanto è importante custodire e proteggere le radici della nostra cultura anche manifatturiera, tramandandole e proponendole, non imponendole, piuttosto che subire uno stillicidio di stimoli esterni ai quali pigramente non contrapponiamo un pensiero ?

La ragione, la virtù sta sempre nel mezzo… E prima di incolpare il solito Stato, vediamo come la “rivoluzione“ possa partire localmente, dai distretti.

E’ molto naturale per le nuove generazioni attingere da altre culture e stili e, dopo oltre un anno di lockdown, una visione più “esotica” non solo nei sapori ma anche nell’abbigliamento,  nella scelta di tessuti e colori, ci fa un po’ evadere e colma l’esigenza di viaggiare per svago o per affari…

Certamente altri settori come quello del Food sono molto protettivi, conservativi, su alcuni “presìdi” per tutelare, salvaguardare ad esempio la Cucina Mediterranea, o anche particolari prodotti tipici.

Ecco, credo che dovremmo iniziare a proteggere, salvaguardare, COMUNICARE alcune nostre eccellenze tessili, con una nuova forma di vendita che ne valorizzi gli aspetti, le caratteristiche spesso legate al territorio dal quale provengono:

così potremmo scoprire e far scoprire che Biella non è soltanto la città della Lana, ma che gode di un ambiente naturale molto speciale, unico, per non parlare della sua eno-gastronomia… , Prato, con il suo elegante centro storico e i suoi dintorni di oliveti oltre a una cucina straordinariamente ricca, e i vini… E Como, la seta, le stampe e con il suo bel lago e le aristocratiche ville che lo circondano, Vicenza e il Palladio, ecc… 

Luoghi, Arte, prodotti tessili e tradizioni, eccellenze uniche, Città Patrimonio Unesco non così valorizzati innanzitutto da noi. Tessile-Moda, Turismo-ricettività, Eno-Gastronomia potrebbero ora allearsi per davvero, per creare un rilancio industriale, paesaggistico-naturale-culturale, enogastronomico, ricchezza così unica “che ce l’abbiamo solo noi”. Così indispensabile soprattutto in questo immediato periodo di ripartenza post-chiusure Pandemia.

Associazioni Industriali e di Categoria con Istituzioni locali intorno a un tavolo unico per un programma condiviso e serio a beneficio di tutti, a partire dal settore Tessile-Abbigliamento. 

E parzialmente attingere alla montagna di soldi in arrivo dall’Europa con un piano serio e misure per garantire la stabilità economica di questi comparti che si riflette sull’economia nazionale, avendo come punto fermo il principio della responsabilità nella distribuzione e soprattutto nell’utilizzo ragionato di questi fondi. Un treno che passa oggi, e non ripasserà mai più.

The Style Lift

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