THE FABRICS’ SOUP

by Marco Poli

TARTAN

La parola Tartan indica il caratteristico disegno quadrettato generalmente riprodotto su un tessuto di lana. Disegno a riquadri spezzato da righe di vario colore, e quindi, tessuto generalmente realizzato in armatura diagonale nel quale il modulo decorativo, chiamato “quadro”, è creato ripetendo la stessa sequenza di strisce e linee colorate nel senso dell’ordito e della trama. Se ne conoscono centinaia di varianti.

William Wallace, condottiero Scozzese ed eroe nazionale ci cavalcò in battaglia, la Regina Vittoria ha addobbato parte di Balmoral, Madonna lo ha indossato nei suoi show sul palco e gli astronauti dell’Apollo 12 ne hanno portato un pezzetto sulla luna…

Il Tartan, amato simbolo identificativo di Clan e famiglie aristocratiche Scozzesi, si è evoluto come nessun altro in uno dei più iconici e amati tessuti del mondo. Brodie, Buchanan, Cameron, Campbell, Cunningham, Drummond, Elliot, Grant, Hamilton, Kennedy, Lennox, Montgomery, MacCallum, MacDonald, MacPherson, MacQueen, Sinclair, Stewart, Windsor ( naturalmente ), non sono soltanto alcuni cognomi di antiche casate ma piuttosto identificativi di disegni con i quali i Clan si vestono in ricorrenze speciali o in occasione di serate formali anche black tie. Per essere riconosciuti o per prendere le distanze…

Dal Duca di Windsor, incomparabilmente “alla moda”, alla provocatrice e ispiratrice-punk Vivienne Westwood, alla minigonna di Mary Quant, dal compianto genio Alexander McQueen al più raffinato stile Ralph Lauren o Burberry.

Adottato da stilisti di fama mondiale ( tradizionalisti o anche avanguardie ), oggi più che mai  il Tartan rappresenta un super-status di ispirazione per i designer dalla Haute Couture, al Prèt-à-Porter, dallo Sportswear, agli Accessori, all’Home Décor: non solo per tenute di caccia nella brughiera, ma anche per arredare raffinatissimi e borghesi attici a Manhattan o appartamenti Londinesi, spesso in contrasto con mobili di modernissimo design.

Chi non ha mai posseduto un plaid Tartan? Davanti al camino in montagna o in città davanti alla televisione, sul divano in autunno-inverno, in veranda in giardino o al mare, la sera. Sul prato per una colaziona al sacco.

Quelli della mia età avevano mamme o fidanzate con il kilt con la spilla…

Il Tartan, se ci pensiamo bene, è così entrato nelle nostre vite da attrarci ad ogni età, in qualsiasi circostanza, va sempre bene. Ci fa stare bene, con i suoi colori, le sue combinazioni. Non ci stanca mai… Il tartan piace ai giovanissimi e ai loro nonni, prescinde da mode e generazioni… uomini e donne, neo-dandy. 

Alla fine degli anni ’90, mi trovavo a Parigi. Vendevo tessuti per una importante azienda tessile Italiana. Ebbi un appuntamento con Jean-Paul Gaultier. Mi tremavano un po’ le gambe… ero giovane e stavo per incontrare a tu per tu un mito. Io e lui. Gli mostrai qualche base, che pensavo potesse piacergli. A un certo punto, estrasse dalla maglia che indossava un paio di fili colorati, poi distrusse un altro tessuto che aveva in ufficio per ricavarne altri fili, e poi… prima che tagliuzzasse la mia giacca, gli allungai spontaneamente altri tessuti che avevo in valigia.

Alla fine, scelse altri fili, li applicò con lo scotch sulla base blu del tessuto che gli avevo mostrato e mi disse: “vorrei un Tartan così“. Conservai quei venti centimetri di tessuto come si custodisce una reliquia. Dopo tre settimane ritornai da lui con un campione… fu un successo. Mise in collezione quel tessuto, un “Tartan Gaultier” esclusivo, nato da una visione istantanea, come un colpo di fulmine.

Il Tartan è così, un colpo di fulmine. Visto, piaciuto. 

Questo prossimo autunno inverno, possiamo scommetterci, sarà in grande “spolvero” e darà il meglio di se stesso su varie strutture: batavia, panno, jersey, saglia, taffetà…  “ Tartan never die “ direbbe un altro testimonial iconico, il Bond-Baronetto Sir Sean Connery!

Vivienne Westwood, giacca da uomo a portafoglio in “fuzzy” mohair e tartan kilt abbinato. A/I 1997-1998

The Style Lift

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