ALEXINGH

La camicia made in Italy che esprime, attraverso stampe esclusive la personalità di Alessandra Inghirami che, a Pitti Uomo, ha presentato anche 920 e una sorprendente “capsule” Donna.

Alessandra Inghirami (a sinistra in foto) dal 2017 ha fondato la linea di camiceria ALEXINGH che è significativa già dal naming, poiché racchiude il suo nome e cognome oltre che tutto il suo know-how per la realizzazione di collezioni camiceria. Quale è stato l’imput che ti ha portato a realizzare una tua propria linea di camicie, una realtà così nuova indirizzata a un uomo giovane, disinvolto?

Il mondo della camiceria per me è sempre stato importante, sin da ragazzina, e ho voluto esprimere in questa linea, nella collezione uomo, tutto il mio background. Desideravo proporre una collezione per un uomo dinamico, che al tempo stesso avesse la possibilità di avere una camicia personalizzata e che fosse diversificata da una proposta un po’ omologata.  Nel senso che oggi si trova di tutto. Bisogna metterci passione, amore in questo lavoro, io metto energia positiva all’interno di tutto quello che esprimo e ALEXINGH è il frutto di un percorso personale, dell’educazione che ho ricevuto per il ben fatto. È bello poter far sentire una persona elegante e al tempo stesso dinamica, disinvolta, sé stessa.

In che senso la camicia può essere personalizzata?

Innanzitutto, attraverso le esclusive. Io amo molto le stampe. Secondo me le stampe sono una tradizione italiana importante da proporre sia in estate che in inverno. La personalizzazione significa non essere mai banali e poter attingere da stampe che, ovviamente,  sono per noi in esclusiva. Dato che nell’armadio tutti hanno tutto, è importante dare uno spunto creativo nel quale un cliente si può identificare, nella personalità, per colore o per fantasia. 

Desideravo proporre una camicia non banale o classica: il mercato di camiceria classica è ormai saturo.  Deve essere però originale e armonizzata nei colori. Ci sono tante fonti di ispirazione per me. Tutto influisce nella creatività: quando cammino per strada, se acquisto un profumo, se vedo dei colori che mi colpiscono… stimoli che confluiscono insieme e che si elaborano anche dal confronto con l’esterno.

Dal punto di vista della scelta dei tessuti tu lavori con materiali naturali?

Sì, lavoro con fibre naturali: lino, cotone, prevalentemente.

Perché, secondo me, sono tessuti importanti anche per la loro fluidità e per il fatto che io li possa trattare, lavare, caratterizzare e modificare a seconda delle esigenze, del mood della collezione. Come per il lino tinto in capo ma, tinto con i colori naturali e non chimici. Oggi è importante questo aspetto… cercare anche nel nostro piccolo di prestare attenzione ai lavaggi, ai finissaggi, scegliere passaggi con risparmio energetico e di acqua…

Da chi viene la parte creativa, stilistica?

La parte stilistica viene realizzata da noi. Ogni singolo capo deve essere fatto in un certo modo, sotto ogni aspetto. Io esigo la qualità, per me davvero importante, Niente dev’essere lasciato al caso. Il mondo è cambiato rispetto a prima. Non esistono improvvisazioni. La cura del particolare è importante. 

La collezione ALEXINGH è in distribuzione in Italia o anche all’estero?

Il primo obiettivo è stato quello di avere delle bandierine in Italia. Poi però è stato importante sbarcare anche all’estero. I mercati che a me piacciono di più sono il Giappone (che era un po’ il mio sogno nel cassetto e che stiamo realizzando) e, l’altro mercato importante, è la Germania dove c’è molta sensibilità per il colore. E noi nasciamo in una terra, la Toscana, dove c’è tanta sensibilità per il colore e per la natura. Siamo immersi nella natura, qui, ogni giorno.

The Style Lift

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