THE FABRICS’ SOUP

SLIM

di Marco Poli

Io sono uno di quelli che ancora porta volentieri la cravatta, non tutti i giorni ma, abbastanza spesso.

Anche se lavoro al piano inferiore della stessa casa dove vivo. Mi vesto, faccio il mio nodo e scendo, inizio la giornata. Non mi curo di chi pensa che sono “vecchio” o anacronistico. Quando metto la cravatta, mi sento a posto. Certo non nel fine settimana, o quando le circostanze non lo richiedono. Mi ricordo che il Cavalier Antonio Ratti, molti anni fa a Como, mi disse: “lei sa che il gesto più sexy che un uomo possa fare, è annodarsi o togliersi la cravatta davanti alla persona che ama”?

Comunque, la cravatta, dopo l’orgia di anni di opulenza e di larghezza si era fatta strettissima e ora, per fortuna, ha ripreso una dimensione sobriamente slim.

Slim però anche come: meno idee, meno responsabilità, meno impegno, più sveltezza. Sulla larghezza della cravatta, per chi ancora la porta, si scatena anche il sessuologo, meglio stretta che imponente, dimostrazione di maschilismo prevaricatore e forzuto.  Leggerezza, strettezza, superficialità per galleggiare disinvolti (in apparenza) in un mondo di eleganza veloce e precaria dove lo slim è comunque necessità e non naturale tendenza. Slim e corto per lo scooter, per il viaggio, per l’auto in città, non per moda ma per praticità. 

Ma slim non è per tutti, essendo slim anche una categoria di pensiero. La difficoltà dello slim agile come concetto visualizzato in cui si imbattono i pachidermi della politica sia magri (pochi) che impollastrati e imprigionati a fatica in abiti con cravatte improbabili, orrende e portate male. Il loro pensare e le loro azioni sono spesso il contrario dello slim.

La cravatta slim non turba affatto le assemblee che contano: quelle di coloro che ormai detengono il vero potere mondiale: finanzieri e banchieri, centrali o locali. Uomini difficili da immaginare nella loro personalità umana, difficili da guardare nelle loro tronfie foto di presidenti di banca o di altissimi manager e amministratori delegati, supponenti e qualche volta indagati da una giustizia quasi intimorita dalla cravatta su cotanti colletti bianchi.

Per fortuna la resistenza italiana data dal buon gusto innato e coltivato è tenace e sorprendente. Dunque, uomini eleganti e sicuri, lontani dalla vistosità del troppo ricco, sempre volgare di per sé, rassicurano la nostra movimentata giornata con la loro presenza colta o semplice, autentica, importante o normale, famosa o nascosta ma sicura. 

E così vedo con piacere uomini semplicemente sobri ed eleganti nelle loro diverse funzioni che animano il nostro tessuto sociale: private banker, giovani analisti finanziari, avvocati, usceri, medici, architetti, portieri o fattorini con la loro divisa. Questi uomini con il loro vestire quotidiano semplice o importante che sia, ci dimostrano che la vera eleganza è soprattutto compostezza, gentilezza e discrezione, sicurezza spontanea e naturale verso sé stessi e gli altri. Cravatta slim o larga? Il dubbio non mi tormenta: vorremmo vedere una cravatta di rassicurante personalità, con la sottigliezza dell’intelligenza e la larghezza delle idee. 

The Style Lift

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