THE FABRICS’ SOUP (this week the menu doesn’t change, sorry)

JET CRAMP                                                                                                                                                

di Marco Poli

Tecnologia, modernità, scomodità.

Il passaggio dalla misura d’uomo (comodità) alla misura di costo (scomodità) è simbolico del vivere di oggi. Eppure, tutto l’apparato produttivo, commerciale, progettisti, tecnici, fabbricanti, venditori, sembrerebbe invece intenzionato a servirci nel migliore dei modi. Usciamo dal nostro microhabitat quotidiano e, subito, la realtà “moderna” ci colpisce per la sua scomodità ben progettata che mette a nostra disposizione, oggetti, mezzi, servizi, obbligati e necessari per quanto scomodi essi siano, non c’è possibilità di scelta.

I super treni con i loro finestrini inesistenti senza scampo per i passeggeri, preda di frequenti guasti degli avanzatissimi sistemi di aria condizionata (non regolabile), gelo tutto l’anno, anche d’inverno oppure forno crematorio. Per non parlare dei sadici tavolini divisori che proibiscono al viaggiatore di muovere le gambe e sé stesso per ore. E l’areo, il mezzo più avveniristico a disposizione per spostarsi, in cui le distanze tra i sedili sono crudelmente ravvicinate, a misura di costo, tali da far intervenire anche i medici che parlano di pericoli fisici traumatizzanti (JET CRAMP) causati da medio-lunghi viaggi scomodi. Per questo le maggiori compagnie aeree basano ormai la loro pubblicità sui millimetri in più di gamba distesa consentiti al viaggiatore e abbandonano del tutto il discorso sulla puntualità. 

Le durezze della tecnologia al servizio dell’uomo si constatano comunque in tutti i campi. 

Lontano dai laboratori e dai progetti vive intanto, estraneo, l’uomo normale, chiuso dentro sé stesso in una incerta difesa, inconsciamente diffidente nei confronti di una realtà tecnologica che egli non guida, che non conosce davvero, che non lo coinvolge e che non lo ama. Questione di costi.

Almeno il vestire, nella sua attualità tecnologica, sembrerebbe comprendere maggiormente donne e uomini, mettendo loro a disposizione tessuti leggeri, performanti, traspiranti. Abiti funzionali, linee comode che consentono movimenti disinvolti. Il nostro futuro a misura d’uomo non è progettato dagli ingegneri ma dai sarti. Un futuro estetico e stilistico che almeno, questo, si può scegliere e personalizzare. È sbagliato dire che è quello di cui ci fidiamo di più? 

“Super Treno”

 

The Style Lift

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