THE FABRICS’ SOUP
WOMAN
di Marco Poli
A giorni si aprirà Milano Fashion Week.
La creatività in passerella fotografata, sminuzzata, sezionata, analizzata e poi reinterpretata e infine pubblicata con un’affannosa ricerca di definizioni velleitariamente originali, pseudo audaci, sostanzialmente forzate e fuorvianti… La moda soffre anche di questo: troppe parole in bella vista, troppa fantasia sulla fantasia che diventa elucubrazione affacciata su un vuoto soggettivo di idee esplicatrici un eccesso di opinioni e di funanbolici giochi di parole, più che veri concetti critici e illustrativi.
Ma la moda è creazione di prodotto e non esercizio di pura immagine social o calligrafica. Al prodotto, dunque, nella sua ordinata funzionalità per temi, lasciamo qui la parola finale, quella che conta per chi lo dovrà esaminare, giudicare, raffrontare, scegliere, comprare e vendere.
Attendiamo così con trepidazione di vedere lo spirito del momento e le proposte per l’Autunno/Inverno 2024/5. Sarà un viaggio imprevedibilmente intrigante e mutevole, come solo la Donna sa essere